Voci dal Vocabolario toscano dell’arte del disegno, 1681.[1]Santi Franchi, Firenze 1681. Selezionati e trascritti da Marko Špikić.
Filippo Baldinucci
Abbattere
Mandare a terra. Lat. Prosternere. Per mandar giù.
Abbellire
Far bello, adornare.
Accoppiare
Far coppie, cioè accompagnare, o congiungere insieme le cose a due a due. Lat. Iungere, componere, copulare.
Addoppiare
Crescere una cosa altrettanto ch’ella non è. Lat. Adduplicare, duplicare, geminare.
Addoppiato. add. da addoppiare. Cresciuto il doppio.
Aggiungere
Arrogere, accrescere. Lat. Addere.
Aggiungimento m.
L’aggiugnere. Lat. Adiunctio.
Aggiunta, Aggiunzione f.
Aggiugnimento. Lat. Additamentum, adiunctio.
Anticaglia, f.
Edificio antico, o rimasuglio o frammento d’edifizio, o statua antica.
Appiccare
Unire e congiungere l’una cosa all’altra.
Architetto e Architettore
M. Leombattista Alberti chiama Architettore colui, che sa con certa maravigliosa ragione e regola, si con la mente e con l’animo divisare, si coll’opera recare a fine tutte quelle cose, le quali, mediante movimenti di pesi, congiungimenti e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodar benissimo all’uso degli uomini.
Architettura, f.
Arte o professione dell’Architetto, la quale vien detta da Vitruvio, una scienza adornata di varie erudizioni e discipline, a giudizio di cui vengono approvate tutte le cose, che dall’Arte si perfezionano, e nasce dalla fabbrica e raziocinazione. Questa voce Architettura, da due parole greche è derivata, la prima che significa principale e capo, la seconda, che vale Fabbro o Artefice; onde avverasi nell’Architetto, il dire di Platone, ch’egli non faccia alcun mestiere, ma solo soprantenda a coloro che lo fanno. Il fine di questa scienza è il bene edificare (che secondo lo stesso Vitruvio) consiste in ordine, in disposizione, in bel numero, in compartimento, in decoro, e in distribuzione.
Arricciato, m.
Quella seconda incalcinatura rubida, che si dà alle muraglie, alla quale s’aggiunge l’intonaco per dipignersi sopra a fresco.
Arricciato per dipigner sopra le mura a olio. Un certo stucco di marmo e matton pesto fortissimo, incorporato con olio di linseme, pescegreca, mastico, e vernice grossa: un altro se ne fa di matton pesto, arena, schiuma di ferro, chiare d’uovo, e olio di linfame per lo stesso effetto.
Arte della Pittura
Un’arte con a quale l’Artefice aggiugnendo materia e materia, fa apparire ciò che è nella mente sua, imitando le cose naturali, le artificiali, e le possibili.
Arte della Scultura
Arte con la quale l’Artefice levando materia da materia fa apparire ciò che è nella mente sua, imitando le cose naturali, e artificiali, e che possono essere.
Aspetto, m.
Quel segno o apparenza nella faccia umana, onde s’argumenta in parte gli affetti dell’animo: volto, sembiante. Lat. Aspectus, vultus, facies.
Bellezza, f.
Beltà. Lat. Pulchritudo, formositas. Comunemente, proporzione delle parti, e de’colori.
Bellissimo add.
Superlat. di bello. Lat. Pulcherrimus.
Bello avv.
Graziosamente, ornatamente. Lat. Pulchrè.
Bruttissimo add.
Superlat. di brutto.
Brutto add.
Che manca della proporzione convenevole, deforme, sproporzionato, malfatto. Lat. Turpis, deformis. Per lordo, imbrattato, e sporco. Lat. Foedus.
Città, f.
Luogo murato, dove abita adunanza d’uomini, che vivono politicamente sotto le medesime leggi.
Collocazione, f.
Termine pittoresco, che significa quello spartimento, e accomodamento di figure, che si fa sopra un piano in tal modo, che gli spazi sieno concordi al giudizio dell’occhio; cioè che il campo sia in un longo pieno, e nell’altro voto; ed a questa pratica si conducono gli Artefici con lo studio d’opere eccellenti di gran Maestri. Leggonsi bellissime regole di prospettiva per tale effetto nel Libro intitolato L’inganno dell’occhio di Pietro Accolti Fiorentino.
Commettere
Mettere insieme, unire strettissimamente che che sia, congiungere, incastrare, far combaciare, intendendosi di pietre, legnami, e simili; il che anche diremmo, congegnare.
Commettitore m.
Quei che commette, l’Artefice di lavori di commesso.
Conquassare
Mettere in rovina, fracassare, sbattere. Lat. Conquassare.
Construire
Ordinare, fabbricare.
Contraffare
Imitare, fingere, far come un altro, e per lo più ne’gesti, e nel favellare. I nostri Artefici se ne vagliano alcuna volta per lo stesso, che ritrarre.
Contrappeso, m.
Cosa che adequi un altro nel peso, e per lo più serve di strumento a mover le macchine, sorreggendole che non precipitino, ma si muovano col moto che vuole l’Artefice di esse macchine.
Contrapponimento m.
Il contrapporre. Lat. Appositio.
Contrapporre
Porre contra, opporre. Lat. Opponere obijcere.
Contrapposto
Add. da contrapporre, opposto. Lat. Oppositus.
Copia
Fra nostri Artefici, dicesi quella opera che non si fa di propria invenzione, ma si ricava per l’appunto da un’altra, o sia maggiore, o minore, o eguale dell’originale.
Copiare
Far copia, ricavare dall’originale, far cosa simigliante a cosa fatta.
Copiatore, m.
Colui che copia dall’altrui originale; cioè quei che non fa d’invenzione, ma con esemplo.
Deforme add.
Che non à la debita forma, sproporzionato. Lat. Deformis.
Deformità. f.
Bruttezza, lo esser deforme.
Differente add.
Vario, dissimile. Lat. Varius, dissimilis.
Differenza, f.
Diversità, varietà. Lat. Differentia, diversitas.
Differenziare
Far differenza.
Differenziato,
Add. da differenziare, vale lo stesso che differente. Lat. Dissimilis, diversus.
Difformare
Guastar la forma, tor la bellezza. Lat. Deformare, deturpare.
Difforme, add.
Deforme, di brutta forma, brutto.
Difformità, f.
Deformità, bruttezza.
Diradare
Allargare, far rado. Lat. Rarefacere.
Diroccare
Disfare, e spiantare rocche. Per rovinare qualsisia cosa e particularmente muraglia. Lat. Diruere, deijere.
Discolorato, discolorito, add.
Che è perduto il colore. Lat. Decoloratus.
Discolorazione, f.
Mancanza o perdita di colore, pallidezza.
Discoperto
Add. da discoprire, scoperto, che è senza coperta. Lat. Detectus, apertus.
Discoprimento, m.
Il discoprire. Lat. Detectio.
Discoprire
Scoprire. Lat. Detegere, aperire.
Disegnamento, Disegno, m.
Un’apparente dimostrazione con linee di quelle cose, che prima l’uomo coll’animo si aveva concepite, o nell’idea immaginate; al che s’avvezza la mano con lunga pratica, ad effetto di far con quello esse cose apparire.
Vale ancora, figura, e componimento di linee e d’ombre, che dimostra quello che s’à da colorire, o in altro modo mettere in opera; e quello ancora che rappresenta l’opere fatte. Lat. Graphis, iconographia.
È quello che rappresenta la figura di rilievo, è detto modello. Lat. Forma, modulus.
Di qui aver disegno, termine de’Pittori, e vale sapere ordinatamente disporre la invenzione, doppo aver bene, e aggiustatamente delineata e contornata ogni figura, o altra cosa che si voglia rappresentare.
Disegnare
Rappresentare, e descrivere con segni, e lineamenti. Lat. Delineare, lineis describere.
Disegni, m.
Quelli studi che sopra carte, o altro, fannosi da’Principianti, e anche da’Maestri delle nostre Arti, per istudio, o per dimostrazione de’concetti loro, prima di far l’opera.
Disfaciamento, m.
Il disfare. Lat. Vastatio, depopulatio, destructio, exitio.
Disfacitore, m.
Che disfà. Lat. Vastator, destructor, dilapidator.
Disfare
Guastare l’essere e la forma delle cose. Lat. Destruere, diruere.
Disfatto
Add. da disfarre, guastato. Lat. Destructus, dirutus.
Disfigurare
Guastar la figura, o la immagine.
Disformamento, m.
Il disformare. Lat. Deformatio.
Disformare
Difformare. Lat. Deformare, foedere.
Disformatissimo
Add. Superlat. di disformato.
Disformato
Add. da disformare, brutto, contraffatto, gusto di forma.
Disformazione, Disformitade, f.
Bruttezza. Lat. Deformitas.
Disgiungere
Separare, e segregare le cose congiunte. Lat. Disiungere, separare.
Disgiunto
Add. da disgiungere, separato. Lat. Disiunctus.
Disgiunzione, f.
Separazione.
Disposizione, f.
Detta dagli Scrittori delle nostre Arti quella bella ordinanza, che si fa di più cose, verbigrazia, di figure, d’animali, di paesi, d’architetture; in modo che tutte quelle che sono in opera, appariscano ben compartite, e con gli abiti, e ne’luoghi a loro convenevoli poste, siccome ancora che gli atti, gesti, e monenze, sieno all’invenzione, al luogo, e alle figure, dicevoli.
E dicesi, buona o cattiva disposizione d’edifizio, secondo ch’è bene, o male scompartito e acconcio all’uso a che è destinato.
Dissimiglianza, Dissimilitudine, f.
Disegualità, il dissimile.
Dissimigliare
Non aver simiglianza, essere dissimile o differente; contrario di simigliare.
Dissimigliato
Add. da dissmigliare, dissimile, vario.
Dissimiglievole, Dissimile, add.
Che non à la medesima forma, o le medesime qualità, vario, diverso; contrario di simile.
Dissolvere
Disfare, disciorre, disunire. Lat. Dissolvere.
Distante, add.
Lontano, discosto. Lat. Distans.
Distanzia, f.
Quello spazio che è tra un luogo e l’altro, e tra una cosa e un’altra. Lat. Distantia, intervallum, intercapedo.
Distintamente, avv.
Con distinzione, partitamente.
Distinto, add.
Separato, partito, e segregato da che che sia.
Distinzione, f.
Partizione, separazione, segregazione d’una cosa all’altra. Lat. Distinctio.
Dividere, e Dovidere
Separare, disunire, disgiungere una parte dall’altra. Lat. Dividere, separare, disiungere.
Divisamento, m.
Ordine, distinzione, scompartimento, il divisare. Lat. Distinctio, ordo.
Divisare
Dividere, distinguere, pensare, immaginare.
Divisamente, avv.
Distintamente, ordinatamente.
Divisato
Add. da divisare, distinto, disegnato, pensato.
Divisione, f.
Il dividere, spartimento.
Diviso
Add. da dividere, spartito, separato. Lat. Divisus.
Duplicato, add.
Doppio, addoppiato. Lat. Duplicatus, duplex, geminatus.
Duplicità, f.
Doppiezza.
Durabile, add.
Atto a durare. Lat. Durabilis, perpetus.
Durabilità, f.
Il durare. Lat. Durabilitias, diuturnitas.
Durare
Occupare assai spazio di tempo, andare in lungo. Lat. Durare, permanere.
Per bastare, mantenersi, conservarsi, continuare, perseverare. Lat. Durare, perscuerare, persistere.
Talora si prende a denotare lunghezza di spazio di luogo, spezialmente parlandosi di muraglie, di strade e simili altre cose. Lat. Extendi.
Esemplare, m.
Modello. Lat. Exemplar, forma.
Esemplo, Esempio, m.
Esemplare, modello, che si dice anche lo Innanzi.
Espressione, f.
Dimostrazione, dichiarazione.
Espressione d’affetti
Parte necessarissima dell’ottimo Pittore, o Scultore; ed è, quando egli ne’volti, moti, e gesti delle sue figure, sa fare apparire manifestamente gli affetti, d’ira, timore, dolore, mestizia, amore, allegrezza, vergogna, ed altri somiglianti. Maravigliosi in simili facultà, sono stati nella Pittura il gran Raffaello da Urbino, e nella Scultura il divino Michelagnolo Buonarroti; mercé che in essi la forza dell’apprensione, la nobiltà de’concetti, e dell’idee, e la perizia della mano, camminarono sempre d’un medesimo passo.
Esprimere
Manifestare il suo concetto con chiarezza, & al vivo: e non solo si dice della manifestazione che si fa per parole; ma usasi da i nostri Artefici per denotare la manifestazione, non solo del proprio concetto ch’ebbe il Pittore, o Scultore, ma di quello ancora che si finge, dovere avere la figura da essi fatta.
Esterminare
Guastare, distruggere, rovinare.
Esterminazione, f., Esterminio, m.
Distruggimento, ruina.
Estrinseco
Add. Che è dalla parte di fuora.
Evacuare
Far vacuo, votare, cavare.
Evidente, add.
Che si vede, chiaro, manifesto, apparente. Lat. Evidens, perspicuus.
Fantasia, f.
La potenza immaginativa dell’anima. Lat. Phantasia, imaginatio.
I nostri Artefici dicono far di fantasia, o di capriccio, quando, senza esemplo, vanno operando di propria invenzione; ed opponesi al ricavare o fare dal Naturale.
Fantasticare
Andar vagando coll’immaginazione, per ritrovare, & inventare; & in così fatto significato è in uso appresso i nostri Artefici.
Fendere
Dividere per lo lungo, spaccare.
Fendimento, m. Fenditura, f.
Fessura, crepatura.
Fesso, m.
Piccola spaccatura, o crepatura.
Fiaccare
Rompere, spezzare, fracassare con violenza e con impeto.
Figura, f.
Forma, aspetto, sembianza, immagine; una certa qualità intorno alla superficie del corpo, procedente da concorso di lineamenti.
Per impronta, o immagine di qualunque cosa, o scolpita, o dipinta.
Fingere
Inventare, ritrovare di fantasia, comporre.
Fingere antichità di marmo
Lavoro che si fa con filiggine cotta in orina, o aceto, o con cannella, e garofani allo stesso modo cotti, tignendo con tal misura il marmo nuovo. Fassi ancora adoprando colori a olio più chiari e più scuri, secondo il bisogno.
Finimento, m.
Il finire.
I nostri Artefici usano questa voce, per espressione di quelle parti, che terminano, & in sieme adornano l’estremità dell’opere loro.
Trovasi ancora usato, finimento, e finimenti, per significar quelle cose, le quali comunicano con tutto il muro, cioè cortecce, o incrostature.
Fondamento, m.
Terreno sodo detto pancone, sopra al quale si fondano gli edifizj. Gli Artefici nostri però, chiamano in universale, fondamento ogni luogo sopra del quale si dee porre & alzare la muraglia, & il quale dicono non esser parte della stessa muraglia; attesochè molti sono i luoghi, e siti di tutta pietra, o di tufo molto ben fondato, che servon per murarvi sopra senz’altro fondamento, che quello che à fatto la Natura. Fra’l fondamento e’l muro schietto dicono esservi questa differenza, cioè: che quello aiutato da lati delle fosse può esser fatto di solo ripieno, o getto, e quest’altro si compone di molte parti. Il più proporzionato tempo per far le fosse da gettare i fondamenti vogliono sia, quando il Sole è in Leone; perché allora, stante l’esser l’acque bassissime, il terreno è più asciutto. Fannosi i fondamenti per ordinario grossi per il doppio del muro che deve alzarvisi sopra, e più, secondo la sodezza del terreno, e grandezza dell’edificio. Il piano della fossa dee essere uguale, acciò il carico del muro, premendo con diseguaglianza, non faccia calare una parte di ello muro; e si è osservato, che per tal cagione, gli antichi usarono lastricare essi piani con travertini.
Forma, f.
Termine Filosofico, ed è quel principio intrinseco, dal quale le cose ricevono l’esser loro. Lat. Forma. La forma è una delle due parti essenziali del corpo fisico o naturale, e l’altra parte è la materia.
Fragile, add.
Che agevolmente si rompe, che à poca resistenza. Lat. Fragilis, caducus.
Frangere
Rompere, spezzare.
Frangimento, m.
Il frangere. Lat. Fractio, fractura.
Fresco, add.
Che à temporata freddezza. Lat. Frigidus.
Per nuovo, modello, di poco tempo. Lat. Recens.
Fra i pittori è un bel attributo del buon colorito; e chiamasi colorito fresco, quello che fatto con grand’immitazione del vero, à congiunta una certa apparente facilità, & una tal pulitezza, che le tinte, nell’esser poste (com’essi) dicono ai luoghi loro, l’una non à punto imbrattata l’altra: il che avviene, quando il Pittore nel volere imitare perfettamente un color naturale, s’è apposto, come si suol dire, alla prima, senza che abbia avuto necessità di replicarvi sopra un’altra tinta per giugnere all’intento suo.
Gronda, f.
L’estremità della più bassa parte delle coperture, o tetti degli edifizi, dalla quale cadono l’acque delle piogge da essi ricevute: si pone questa in proporzionata distanza dal muro, acciocché venga meglio difeso da’danni delle medesime acque. Lat. Subgrundia.
Guastare
Tor la forma, e la proporzione delle cose, scosciare, rovinare. Lat. Vastare, corrumpere.
Guastatore, m.
Chi guasta. Lat. Vastator, corruptor.
Gusto, m.
Uno de’cinque sentimenti; ed è quello, per mezzo del quale si comprendono i sapori, & à la sua sede nella lingua. Lat. Gustus, gustatus.
Prendesi ancora per diletto, piacere, appetito, voglia intensa.
Traportasi anche alla parte intellettiva; ed è quella facultà, che prendendo piacere dell’ottimo, lo fa riconoscere, e scegliere in tutte le cose.
Di qui i nostri Artefici dicono, di gusto, o di buon gusto fatta quella pittura, disegno, o simile, la quale, non solo non apparisca fatta con istento e fatica; ma che accompagnata con una facilità, e franchezza d’operare, dimostri avere in sé tutte quelle leggiadrie, e tutte quelle qualità più belle, che le à voluto dar l’Artefice; il che allora avviene, quando egli s’è apposto (come noi sogliamo dire) alla prima, & alla bella idea e genio di cui la mano fervorosa à con gran facilità obbedito.
Diciamo anche fatta di buon gusto quell’Opera, che più esprime delle buone leggi e regole dell’Arte, siccome al contrario diciamo di cattivo gusto.
Usasi ancora dire la tal pittura è fatta del gusto di Raffaello, o di Tiziano, &c, a pittura nella quale l’Artefice s’è sforzato all’imitazione del modo d’operare di quel Maestro.
È fatta senza gusto, usiamo di chiamar quell’Opera, nella quale poco o nulla si riconosce de’buoni precetti dell’Arte.
Idea, f.
Perfetta cognizione dell’obbietto intelligibile, acquistata e confermata per dottrina e per uso.
Usano questa parola i nostri Artefici, quando vogliono esprimere opera di bel capriccio, e d’invenzione.
Ideale, add.
Attenente all’Idea.
Idolo, m.
Immagine di falsa deità.
Imbiancare
Far bianco. Lat. Candefacere.
Per divenir bianco. Lat. Albefacere, candescere.
Per pigliare splendore, e luce. Lat. Lucere, candere.
Per discolorare, e far divenir pallido. Lat. Decolorare, pallefacere.
Per dare il bianco su le muraglie.
Imbruttire
Divenir brutto. Lat. Deturpavi, fedavi.
Imitare
Fare simiglianza. Lat. Imitatio.
Imitatore, m.
Che imita. Lat. Imitator.
Immaginativa, f.
Potenza dell’Anima, la quale dalla rappresentazione dell’obbietto, con prestezza cognettura e cava molte considerazioni, oltre il rappresentato. Lat. Phantasia. E quanto questa farà più valida nell’Artefice, tanto sarà egli più eccellente nell’immitare, o nel rappresentare delle cose.
Immagine, f.
Figura tanto scolpita, che dipinta, ritratto. Lat. Imago.
Immobile, add.
Che è senza moto, che non può muoversi.
Impastare
Intridere, o coprire con pasta, o altra cosa simile.
Tra Pittori usasi questo termine, per lo distender de’colori; e dicesi bene o male impastata la pittura, dove si scorge maggiore o minore stento, nel maneggiare essi colori, e dicesi anche buono o cattivo impasto.
Impresa, f.
Sorta di pittura, ordinata a significar qualche concetto, come l’Emblema, e ‘l Ieroglifico. L’Impresa è una unione d’un corpo figurato, e d’un motto: l’Emblema à di più che vi si ammettono i corpi umani, che sono esclusi dall’Impresa; e ‘l Ieroglifico è quel corpo figurato, del quale gli Egizj si servivano per scrivere, in vece di caratteri.
Inabitabile, add.
Non abitabile, che non si può abitare. Lat. Inhabitabilis.
Incastrare
Congegnare, commettere una cosa bene insieme per entro un’altra.
Incastrato
Add. da incastrare, congegnato, commesso bene insieme.
Incatenare
Mettere in catena, legare con catene.
Gli Architetti dicono incatenare in significato di mettere le catene agli edifizi. Sono queste catene alcune lunghe e grosse verghe di ferro, le quali si mettono da una muraglia all’altra, per tenerle collegate insieme, e render saldi e fermi i loro recinti, e spezialmente le fiancate delle volte: si congegnano fortemente con alcuni pezzi di simigliante verga di ferro, chiamati paletti, che si fanno passare per un foro posto alle teste di esse catene.
Incollare
Appiccare insieme le cose con la colla.
Incorporare
Mescolare o unire più corpi, infondendogli insieme.
Incrostatura, f.
La superficie, o coperta di pietre, marmi, o stucchi, che si fa alle muraglie per loro adornamento.
Inferiore, add.
Di bassa condizione, o luogo, o tempo. Lat. Inferior.
Ingegnere, m.
Ingegnoso ritrovator d’ingegni, e di macchine, lo stesso che Architetto. Lat. Machinator, architectus.
Ingegno
Una certa forza da natura in noi inserta, per ritrovar tutto ciò, che si può con la ragione giudicare.
Ingombrare
Occupare. Dicesi propriamente del luogo, quando vi sia stata messa alcuna cosa, che ne impedisca l’uso di prima. Lat. Occupare, impedire.
Inscrizione, f.
Titolo, contrassegno, soprascritta. Lat. Inscriptio, titulus, nota.
Intero, add.
Che à tutte le sue parti. Lat. Integer, perfectus, absolutus.
Interporre
Tramezzare, inframettere, porre fra l’una cosa e l’altra. Lat. Interponere.
Inventare
Essere il primo autore di che che sia, fare ritrovamenti.
Inventiva, f.
Invenzione, ed è quello che noi diciamo propriamente, trovato. Lat. Inventum, inventio.
Inventore, m.
Che inventa, che è autore di cosa inventata. Lat. Inventor, author.
Invenzione, f.
Ritrovamento, trovato.
I nostri Artefici dicono invenzione non solo quella facultà, che è nell’ottimo Maestro, di rappresentare con chiarezza e proprietà, quella inventiva, o storia, o poetica, o mista che sia, in tal modo che, o nel tutto, e nelle parti, apparisca tale, quale egli stesso à voluto ch’essa sia; ma ancora dicono invenzione alla stessa cosa rappresentata, e dicono buona e cattiva invenzione la cosa stessa inventata; siccome buono, e cattivo inventore chiamano colui che l’inventò.
Invernicare, e Inverniciare
Dar vernice, impiastrar sottilmente che che sia di vernice. Lat. Sandaraca illinire. Ed è termine de’Pittori, e Mettidori.
Istoria, f.
Appresso i nostri Artefici pigliasi per quella invenzione espressa in pittura o in scoltura, la quale rappresenti qualche fatto, o vero, o finto, o storico, o poetico, o misto.
Lacca fine, f.
Una sorta di colore per dipingere a olio, che fa un rosso scuro maraviglioso: Cavasi questo artificiosamente dai panni chermisi con allume di rocca, e si conduce a diverse bontà e perfezzioni.
Lacca ordinaria
Un color simile per dipignere a tempera, e si cava da’brucioli dal verzino, nel modo che si fa la lacca fine dalla cimatura dello scarlatto, e fa rosso scuro.
Lacca muffa
Un color paonazzo.
Lapida, f.
Pietra; ma dicesi più propriamente che d’altra, di quella che copre la sepoltura. Lat. Lapis.
Legare
Stringere, con fune o catena o altra sorta di legame che che sia, o per congiugnerlo insieme, o per rattenerlo; il cui opposto è sciorre. Lat. Ligare, vincire.
Legatura, f.
Il legare.
È quello spazio che è cinto dal legame. Lat. Ligatura, vinculum.
Limare
Assottigliare o pulire con la lima. Lat. Limare.
Macchia, f.
Segno che lasciano i liquori, i colori, e le sporcizie, nella superficie di quelle cose, ch’elle toccano, o sopra le quali cadono. Lat. Macula.
Maestro, m.
Uomo ammaestrato e dotto in qualche arte o in qualche scienza. Lat. Magister.
Per colui che insegna la propria professione, arte, o scienza. Lat. Magister.
Per titolo d’uomo perito in qualche professione. Lat. Magister.
Per padrone di bottega.
Magagna, f.
Difetto, mancamento. Lat. Vitium, menda.
Magagnato, add.
Che à magagna. Lat. Corruptus, vitiatus, mendosus.
Maniera, f.
Modo, guisa, forma d’operare de’Pittori, Scultori, o Architetti. Intendesi per quel modo, che regolarmente tiene in particolare qualsivoglia Artefice nell’operar suo; onde rendesi assai difficile il trovare un’opra d’un maestro, tutto che diversa da altra dello stesso, che non dia alcun segno, nella maniera, di esser di sua mano, e non d’altri: Il che porta per necessità ancora ne’maestri singularissimi una non so qual lontananza dall’intesa imitazione del vero, e naturale, che è tanta, quanto è quello, che essi con la maniera vi pongono del proprio. Da questa radical parola, maniera, ne viene ammanierato, che dicesi di quell’opre, nelle quali l’Artefice discostandosi molto dal vero, tutto tira al proprio modo da fare, tanto nelle figure umane, quanto negli animali, nelle piante, ne’panni, e altre cose, le quali in tal caso potranno bene apparir facilmente; e francamente fatte; ma non saranno mai buone pitture, sculture, o architetture, né avranno fra di loro intera varietà; ed è vizio questo tanto universale, che abbraccia, ove più ove meno, la maggior parte di tutti gli Artefici.
Materia, f.
Soggetto, o principio di qualunque componimento, o sensibile, o intelligibile.
Materiale, add.
Attenente a materia.
Per semplice, rozzo, e dicesi di tutte le cose che non sono raggentilite, e ripulite dall’arte.
Materiale, m.
Sotto questa voce intendonsi tutte le materie, con cui si fabbrica, come bronzi, marmi, ferramenti, legnami, calcina, mattoni, rena, e simili.
Materialità, f.
Lo esser materiale.
Medaglia, f.
Spezie di moneta antica, che due valevano un denaio.
E medaglia dicesi di quell’impronta, o impresa, o d’oro, o d’argento, o di bronzo, o di altro metallo, che si fa a memoria d’uomini illustri, di forma simile alle monete; la parte dove è il ritratto della persona, in onor della quale è fatta, chiamasi il ritto; e l’altra parte, ove è Impresa, Ieroglifico, o Emblema, dicesi il rovescio di essa.
Modello, m.
Quella cosa, che fa lo Scultore, o Architetto, per esemplare o mostra di ciò che dee porsi in opera, di varia proporzione all’opera da farsi; poiché il modello alcuna volta è minore, alcuna altra volta è della stessa grandezza. Fannosi i modelli di varie materie, a gusto de’Professori, e secondo il bisogno; cioè di legname, di cera, di terra, di stucco, o d’altro. È il modello prima, e principal fatica di tutta l’opera, essendo che in essa guastando, e raccomandando, arriva l’Artefice al più bello & al più perfetto. Serve agli Architetti per istabilire le lunghezze, altezze, e grossezze: il numero, l’ampiezza, la specie, e la qualità di tutte le cose, come debbano essere; acciò la fabbrica sia perfetta: ed ancora per deliberare sopra le maestranze diverse, delle quali si dee valere, nel condurre l’edificio, siccome per ritrovare la spesa, che debba farsi in esso.
Modello dicesi anche propriamente a uomo, o donna, che nell’Accademia del disegno nudo, o vestito sta fermo per esser da’giovani studenti, o da’Maestri dell’arte per loro studio ritratto al naturale.
Moderno, add.
Nuovo, novello, contrario d’antico.
Monco, add.
Senza mano, o con mano storpiata.
Per manchevole.
Mondare
Levare la buccia, o la scorza, a che che sia.
Per purgare, e nettare. Lat. Purgare, mundare, detergere.
Mondo, add.
Netto, puro.
Nettare
Ripulire, levar via le macchie e le brutture. Lat. Purgare, mundare.
Obelisco, m., Aguglia, f., Guglia, f.
Mole di pietra, fatta tutta d’un pezzo, nella base quadra, ma di forma bislunga molto, con una punta a piramide smussata; inventata dagli Egizj, per simboleggiare il raggio del Sole, entro la quale scolpivano i loro Ieroglifici. Maravigliosa fu quella che Sisto V. per opera di Domenico Fontana celebre Architetto, rizzò su la Piazza di San Pietro in Roma. A tempi nostrine à Innocenzo X. eretta un’altra sopra la fonte da lui fatta in Piazza Navona. Nella Real Galleria de’Serenissimi di Toscana vi è un obelisco piccolo sì, ma copiosissimo di ieroglifici. Delle Guglie o obelischi, e loro interpretazione, anno scritto eruditamente Mons. Michele Mercati, & il Padre Kircher della Compagnia di Giesù.
Occhio, m.
Parte nobilissima dell’animale destinata dalla natura per l’organo della vista. Lat. Oculus.
Talora per la vista medesima, o per lo sguardo.
Ed occhi diconsi quelle belle macchie rotonde, che à nella coda il Pavone.
De le cose che sono in vendita dicesi avere, o non avere occhio, per lo stesso, che avere, o non avere apparenza.
Ombra, f.
L’oscurità che fanno i corpi opachi, alla parte opposta a quella, che è illuminata. Lat. Umbra.
Ombra
Termine de’Pittori, per il quale generalmente intendono quel colore più e meno scuro, che degradando verso il chiaro, serve nella pittura per dar rilievo alla cosa rappresentata. Dividesi in tre gradi, detti, ombra, mezz’ombra, e sbattimento. Ombra dicesi quella che fa un corpo in sé medesimo, come per esempio una palla che à ‘l lume da una parte, viene ad esser mezza luminosa, e mezza scura, e quella parte oscura dicesi ombra. Mezzombra diciamo quello spazio, che è tral lume, e l’ombra, mediante il quale ‘l uno passa nell’altro, come aviamo detto, digradando a poco a poco, secondo la rotondità del corpo. Sbattimento è l’ombra che vien cagionata sul piano, o altrove dalla cosa dipinta, e corrisponde a quell’oscurità, che gettano fuori di sé i corpi nella parte opposta a quella, chè illuminata, e che dicesi ombra.
Opera, f.
Nome generico di qualsivoglia cosa che si faccia, onde le fabbriche, le pitture, le statue, e ogn’altro lavoro de’nostri Artefici, chiamasi opera.
Opposto, add.
Contrapposto, posto al in contro. Lat. Oppositus.
Ordine Gottico
Dicesi quel modo di lavorare tenuto nel tempo de’Goti, di maniera Tedesca, di proporzione in niuna cosa simile a’cinque buoni Ordini d’Architettura antichi; ma di fazzione in tutto barbara, con sottilissime colonne, e smisuratamente lunghe, avvolte, e in più modi snervate, e poste l’una sopra l’altra, con un’infinità di piccoli tabernacoli, e piramidi, risalti, rotture, mensoline, fogliami, animali, e viticci, ponendo sempre cosa sopra cosa, senza alcuna regola, ordine, e misura, che veder si possa con gusto.
Originale, m.
Così chiamano i nostri Artefici quella pittura, scultura, o altra simil cosa, che è la prima a essere stata fatta, e dalla quale ne sono state cavate le copie.
Pareggiare
Far pari, adeguare. Lat. Aequiparare.
Partire
Far parti, separare, dividere, distinguere una parte dall’altra, e tanto dicesi delle cose materiali, quanto delle non materiali. Lat. Partiri, dividere.
É partire termine de’Fonditori di metalli, che vale quanto separare l’un metallo dall’altro.
Quello che opera dicesi Partitore.
Passione, f.
Patimento, pena, travaglio.
Per affetto d’animo, per compassione.
In quella che nostri Artefici chiamano passione, consiste non meno che nell’azzione, l’anima, o spirito dell’Arte; ed e l’affetto passivo dell’azzione, così del ricevere che del fare: questa è di due sorte, cioè dell’animo, come aditarsi, sdegnarsi, aver pensieri, aver’affanni, sospirare, stare in ansietà, piagnere, e simili; del corpo, come patire caldo, freddo, tormenti, martirj, percorse, carceri, persecuzioni, morti violenti, e simili.
Patena, f.
Voce usata da’Pittori, e diconla altrimenti pelle, ed è quella universale scurità che il tempo fa apparire sopra le pitture, che anche talvolta le favorisce.
Pelle, f.
Spoglia degli animali con la quale si distende la carne viva delle membra. Lat. Pellis.
E pelle dicono i nostri Artefici a certo ornamento, che fassi alcuna volta attorno alli scudi dell’arme, e cartelle con varie piegature, che acconciamente adornano essi scudi, quasi che fossero pelli di animali accomodate loro attorno.
E anche chiamano pelle, un certo colore, che dà il tempo alle pitture, con che favorisce assai le carnagioni, e falle apparire più naturali.
Pianta dell’edificio
Quella parte del suolo, sopra la quale posar debbono tutte le fondamenta, e sopra di cui le muraglie s’innalzano.
E pianta dicesi anche propriamente quel disegno, che si fa dagli Architetti, sopra carta o altro, della pianta dell’edificio.
Pietra d’Istria
Una pietra bianca livida, che tira all’alberese, che agevolmente si schianta; onde lavorasi per lo più con certe martelline, andando secondo la falda della pietra. É stata usata molto per tutta la Romagna, e nella città di Venezia e commettendovisi Porfido, ed altro Mischio, fa bellissimo vedere.
Piramide, f.
Un corpo bislungo, che à per base una figura piana, e va da questa a terminare rettamente in un punto, che ne sia fuori. A questa foggia furono fabbricati in Egitto i Sepolcri de’Re, annoverati fra le maraviglie del Mondo.
Piramide prendesi talora per guglia o obelisco, sebbene è diversissima.
Pulire
Nettare; ed è proprio del levare le macchie, e sordidezze.
E pulire vale dare il lustro a’marmi, ed a’metalli; il che appresso a’Gettatori delli stessi metalli dicesi ancora rinettare.
Rabberciare
Rattopare, aggiunger pezzi a cose rotte, o guaste.
E fra nostri Artefici vale propriamente, per racconciare una cosa malandata affatto, cosí come si può, e non del tutto.
Racconciare, Acconciare
Ridurre, e rimettere in buoo essere le cose guaste, accomodare, rassettare.
Raffazzonare
Adornare, pulire, e rassetar con diligenza.
Appresso i nostri Artefici vale, raccomodare cosa molto guasta al meglio che si può: lo stesso che rabberciare: E dicesi anche rinforzare.
Rafforzare
Far più forte, fortificare, rinforzare.
Rappezzare
Racconciare una cosa rotta.
Raspare
Adoperar la raspa, pulire cona la raspa.
Rassettare
Di nuovo assettare, rimettere in affetto, restaurare. Lat. Reparare, restaurare.
Reedificare
Riedificare, di nuovo edificare.
Reparare
Restaurare.
Reparazione, f.
Restaurazione, rinnovazione.
Restaurare, Ristaurare
Rifare una cosa la parti guaste, e quelle che mancano per vecchiezza, o per altro accidente simile; il che diremmo anche, ma in modo basso, rabberciare, rinnovare. Lat. Restaurare, instaurare.
Restaurato
Add. da restaurare, rifatto, rassetto, rinnovato.
Restaurazione, f.
Il ristaurare, rifacimento. Lat. Instauratio.
Ricignere
Cignere intorno. Lat. Circumcingere.
Ricongiugnere
Di nuovo congiugnere.
Riempire
Di nuovo empiere.
Rifare
Far di nuovo.
Dicono i Pittori, rifare; quando avendo già colorito una figura, tornano di nuovo a colorirla, perché resti più coperta di colore, e sia più durabile.
Rifondare
Rifare, o accrescere i fondamenti delli edificj; quando per vizio del suolo, o delli stessi fondamenti, la fabbrica minacciasse rovina; o quando si volessero caricare di nuova e maggior fabbrica, o per altra che si sia cagione.
Rilevare
Levare, e alzar di nuovo. Lat. Frigere, elevare.
Per levare, alzar sù.
Per fare allicui, lo stesso che allevare.
E rilevare significa anche rinnalzare, tondeggiare, ed è termine de’nostri Professori, e si dice a cosa che rinnalza sopra altra cosa.
Rilevato
Add. da rilevare, alzato, rinnalzato.
Rimurare
Di nuovo murare.
Rinzaffare
Dare il primo intonaco di calcina, sopra le muraglie; attesochè tre sieno gl’intonachi, che loro si danno, per renderle piane, e lisce. Il primo è questo che noi diciamo rinzaffare, che dee darsi alquanto aspro, con calcina, e rena di fosso, e mattoni spezzati. Questo strettissimamente s’attacca, perché rimepie i vani, e sottosquadri de’conventi; qual riempitura non potendo uscir dal muro, tien ferma anche quella calcina che resta fuori di essi vani distesa. Il secondo intonaco si dice arricciare, che si fa con rena di fiume, e serve per ovviare alle bruttezze, che facesse il primo, o ‘l ultimo intonaco perché riduce la superficie più piana, il terzo poi si chima propriamente intonaco o pulimento; ed è quello, che riduce la superficie al tutto pulita, e spianata. Questo conviene che si faccia con ottima calcina, e per quanto è possibile con rena bianchissima, che però fu da molti usata, per questo lavoro, in cambio di rena, pietra pesta.
Riordinare
Ordinar di nuovo, rimettere in aspetto, rassettare. Lat. In ordinem redigere.
Ripulire
Di nuovo pulire.
Risarcire
Ristaurare, racconciare.
Ristringere
Stringere maggiormente, o più forte. Lat. Coercere, restringere.
Ritoccare
Di nuovo toccare. Lat. Iterum tangere.
E ritoccare un’opera, vale aggiugnervi qualche cosa di migliore, o lavorarvi sopra di nuovo, o ricorreggere gli errori.
Onde ritoccare una pittura, una scultura, un disegno, e simili, vale darle l’ultima mano.
Rovina, Ruina, f.
Il rovinare, e la materia rovinata. Lat. Ruina.
In vece di precipizio.
Rovinamento, m.
Il rovinare, rovina.
Rovinare, Ruinare
Cadere precipitosamente e con impeto d’alto in basso. Lat. Ruere, concidere.
Rovinosamente, avv.
Con gran rovina, furiosamente, precipitosamente, impetuosamente. Lat. Furiose, impetuose.
Rozzo, add.
Non ripulito, rubido, che non à avuta la sua perfezzione.
Ruga, f.
Grinza della pelle.
Ruggine, f.
Quella materia di color giuggiolino, che si genera sul ferro, e che lo consuma. Lat. Rubigo.
Rugginoso, add.
Che à ruggine; proprio del ferro.
Saldatura, f.
Il saldare. Lat. Ferruginatio.
Per il luogo saldato. Lat. Cicatrix.
Per la materia con la quale si salda. Lat. Ferrumen.
Saldezza, f.
Stabilità, fermezza.
Scalcinare
Levar la calcina da’muri.
Scanicare
Dissolvere; ed è proprio degl’intonachi e coverture delle muraglie.
Scarpellino, m.
Maestro di scarpello; colui che lavora pietre con lo scarpello.
Scarpello, m.
Strumento d’acciaio di varie forme per tagliare, e lavorar pietra, legno, metallo, o altra materia. Dicesi però scarpello propriamente fra tutti gli altri scarpelli quello, di cui si servono gli Scultori in pietra doppo avere adoperato la gradina, che è un altra sorta di scarpello dentato; e quello che adoprano gli Scultori in legname per pulire.
Scavare
Quasi sotto cavare, affondare, far buca.
Scavato
Add. da scavare, affondato. Lat. Effossus.
Scegliere
Separare, o metter da per sè, cose di qualità diverse, per distinguerle, o per eleggere il migliore. Lat. Seligere, secernere.
E talvolta vale eleggere semplicemente. Lat. Eligere.
Scelta, f.
Lo scegliere, elezzione. Lat. Electio.
Per distinzione.
E per la parte più squisita, e più eccellente di che che sia.
E per quella facultà dell’animo, appartenente al giudizio, per la quale fra ‘l buono ravvisasi il migliore, e si mette in opera, la qual facultà dicesi da’ nostri Artefici più comunemente elezzione.
Scelto, add.
Eletto, separato dagli altri, messo da per sè, buono, migliore. Lat. Electus, selectus.
Scemare
Ridurre a meno, diminuire.
Scemo, add.
Che manca in qualche parte della pienezza, e grandezza prima; ed è proprio de’vasi.
Schiantare
Rompere con violenza, federe.
Schianto, m.
Apertura, fessura, rottura.
Scissura, f.
Fessura, fenditura. Lat. Sciffura.
Scolpire
Fabbricare immagini, o formar figure in materia solida per via d’intaglio. Lat. Exculpere.
Scolpito
Add. da scolpire, intagliato, formato di rilievo. Lat. Exculptus.
Scontraffatto, add.
Contraffatto, bruto, deforme. Lat. Turpis.
Scoprire
Contrario di coprire, levar la coperta.
É proprio termine scultoresco, per esprimere il levar terra, o altra materia in superficie della cave de’marmi e pietre, finché s’arrivi al masso saldo, che fanno fare alli Scarpellini: e quello, che fanno gli stessi Scultori sopra una statua abbozzata all’ingrosso in un masso, finché compariscano le membra della figura; e dicono scoprire termine proprissimo adattato al nobil pensiero del gran Michelagnolo Buonarroti, allorché poetando disse: Non a l’ottimo Artista alcun concetto / C’un Marmo solo in sé non circonscriva, / Col suo soverchio; e solo a quallo arriva / La man, che obbedisce all’intelletto.
Sformato, add.
Deforme, di brutta forma.
Sgraffio, Sgraffito, m.
Una sorta di pittura, che è disegno, e pittura insieme; serve per lo più per ornamenti di facciate di case, palazzi, e cortili; ed è si curissimo all’acque, perché tutti i dintorni son tratteggiati con un ferro incavando lo’ntonaco prima tinto di color nero, e poi coperto di bianco fatto di calcina di travertino; e così con que’tratteggini, levato il bianco, e scoperto il nero rimane una pittura, o disegno, che vogliamo dire, co’suoi chiari e scuri, che avitata con alcuni acquerelli scuretti à un bel rilievo, e fa bellissima vista.
Simigliare
Aver simiglianza. Lat. Similare, referre.
Simile, add.
Simigliante. Lat. Similis.
Sito, m.
Postura, positura di luogo. Lat. Situs.
E per odore: lat. Situs.
Una delle sei parti necessarie all’edificio; ed è quello spazzio, che elegge l’Architettore, per farvi sopra la sua fabbrica: e sotto questo nome si comprende non solo quella quantità di luogo, che verrà circondata di muraglie, per uso d’abitare; ma ancora ogni spazio di esso edificio, quale si premerà, passeggiando, con le piante de’piedi.
Soprapporre
Por sopra. Lat. Superponire.
Spazio, m.
Quel tempo e luogo che è di mezzo fra due termini.
Squarciare
Rompere, spezzare, stracciare sbranando. Lat. Discindere, rescindere, diffringere.
Stabile, add.
Fermo, durabile, permanente. Lat. Stabilis.
Dicesi, da’nostri Professori, lavoro stabile, muraglia stabile, per fatti con ogni pefezzione dell’Arte.
Studio, m.
Termine de’Pittori, e Scultori, col quale denominano tutti i disegni o modelli, cavati dal naturale, co’ quali si preparano far le loro opere; poiché mediante questi, che essi chiamano studj, vengono a determinare, e perfezionare l’Idea di quella cosa, che vogliono, o con pennello, o con scarpello, rappresentare in pittura o scultura.
Tempera, f.
Termine della Professione de’Pittori, e vale, ogni liquore, o sia colla, o chiara d’uovo, con che si liquefanno i colori.
Donde ne viene, la denominazione, di pittura a tempera, del dipingere a tempera.
Torso, m.
Termine degli Statuarj; dicesi alla statua, che non à capo, nè braccia, nè gambe.
Vernice, f.
Un composto d’olio d’abeto e olio di sasso o di noce, e mastico con olio di sasso o pure d’olio di spigo bollitovi polvere di sandaraca, o vero trementina di Venezia, e mastico con acquavite; serve per dar sopra le pitture, acciò tutte le parti delle medesime, anche quelle, che per la qualità, e natura del colore fossero prosciugate, ripiglino il lustro, e scuoprano la profondità delli scuri.
Vestigio, m., Vestigia, f.
Orma, pedata, traccia, segno impresso nel suolo della terra da piedi degli animali in andando. Lat. Vestigium.
Ne’termini nostri, diciamo vestigio e vestigia a rimasuglio di fabbrica rovinata e distrutta fino al suolo, e della quale (data la parità) quasi altro non rimanga, che quel segno, che lascio il piede di chi passò sopra il terreno. Fu usata questa voce in simil senso da molti: il Vasari però l’à usata per nome generico di fabbriche non intere, ma non del tutto distrutte.
Uomo, m.
Animale ragionevole. Lat. Homo.